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Carte Barbavara

  • Fondo
  • Altre denominazioni: Fondo manoscritti Biblioteca Civica di Novara, Carte Barbavara
  • Estremi cronologici: 1411 - 1859
  • Consistenza: voll. 62, fascc. 124, foll. 150
  • Storia archivistica:
    Le "Carte Barbavara" sono un nucleo di documentazione superstite dell'originario archivio della nobile famiglia dei Barbavara de Castello, pervenute in un momento imprecisato nelle collezioni civiche. Il nucleo divenne quindi parte della vasta miscellanea del Fondo manoscritti della Biblioteca Civica di Novara, venendo ricondizionato alle buste nn. 60-63 nel momento del deposito presso l'Archivio di Stato di Novara. Diversi elementi lasciano intuire che il fondo archivistico fu, tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, riordinato dall’erudito paleografico e canonico novarese Carlo Francesco Frasconi. Diversi fascicoli conservano, difatti, la camicia originale recante il numero della classificazione e l’intitolazione analitica del contenuto. Le materie rinvenute nelle carte superstiti, corrispondenti a Beni, Livelli, Famiglia e feudo, trovano difatti riscontro in diversi altri interventi di riordino del noto archivista novarese, per esempio nei fondi Brusati, Tornielli e Gibellini. Le carte superstiti del fondo Barbavara, probabilmente sotto l’impulso dello stesso conservatore Viglio furono, nella prima metà del Novecento, riordinate secondo un criterio rigorosamente cronologico; detto intervento, interessando un ristretto nucleo di carte rispetto al fondo originario, scompose gli originari nessi archivistici, separando carte che provenivano da fascicoli o da serie archivistiche omogenee. Il risultato comportò, per conseguenza, una schedatura, sotto certi aspetti analitica, a livello di unità documentaria. La scomposizione dei fascicoli e l’inserimento “a pettine” di documenti di varia natura in ordine cronologico ha pertanto eliminato la possibilità di risalire alla forma dell’ordinamento del nucleo al momento dell’ingresso delle collezioni civiche. Ne risultò, pertanto, un’ordinata sequenza cronologica incapace di comunicare altre informazioni relative, ad esempio, al contesto di produzione. Detto ordinamento venne riportato in alcuni fogli manoscritti allegati all’interno della vasta miscellanea, contenente le descrizioni delle singole unità documentarie. Successivamente, forse per mano della prof.ssa Virgili, l’inventariazione fu ricopiata e dattiloscritta, trasmettendo fino ai giorni nostri traccia dell’ultimo ordinamento ricevuto. L’inventario dattiloscritto presenta, inoltre, alcune segnature, indicate con la lettera “B” e una numerazione da 9 a 12, forse atte ad indicare una collocazione topografica delle carte nel periodo in cui il Fondo manoscritti si trovava nella Biblioteca Civica di Novara. Ritenendo che non fosse opportuno ricostruire arbitrariamente l’ordinamento delle carte precedente all’intervento del Viglio, in fase di descrizione si è deciso, pertanto, di mantenere l’ultimo intervento cronologico, integrando, ove possibile, le descrizioni e costituendo, in limitati casi, i fascicoli originari laddove risultava evidente il nesso tra le carte. Ne risultano, pertanto, serie cronologiche relative ai secoli “XIII-XV”, “XVI”, “XVI”, “XVII”, “XVIII”, “XIX”, cui si aggiungono serie relative a nuclei di carte pervenute attraverso alleanze famigliari, quali le “Carte de la Somalia” e “Carte Schimer”, mentre le cosiddette "Carte varie", già individuate da Viglio, si ritrovano diverse tipologie di atti relativi a incarichi pubblici, carte genealogiche e patrimoniali, suddivise in sottoserie con numerazione alfabetica. Unica sottoserie ricostituita ex novo risulta essere quella dei “Certificati di morte”, costituita da fogli numerati e appartenenti ad uno stesso volume che, nell’ottica dell’ordinamento novecentesco, furono separati e inseriti secondo l’ordine cronologico. In fase di inventariazione, nel corso del 2020, è stato comunque assegnato un numero di corda univoco ad ogni unità documentaria o archivistica, rispettando, inoltre, le numerazioni di corda delle buste all’interno del Fondo manoscritti. Si è dovuto, però, aggiungere una busta n. 63bis, essendo tutte le carte ricondizionate in cartelle a tre alette, operazione che ha comportato, pertanto, un aumento dello spazio.
  • Redazione e revisione:
    De Franco Davide Bruno, redazione