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Contado di Vigevano

  • Ente
  • Sede: non indicata
  • Estremi cronologici: [1600] - 1775
  • Il Contado di Vigevano è un'istituzione sorta nello Stato di Milano nella seconda metà del Cinquecento per bilanciare i rapporti di forza tra i villaggi delle campagne e le città. Le ragioni delle contese al potere cittadino si muovevano soprattutto sul piano della ripartizione dei carichi fiscali. Un primo segnale dato dall’amministrazione spagnola nella direzione di una più equa ripartizione fiscale venne accennato nel 1543 dalla promozione dell’estimo generale di Carlo V. I Contadi furono il successivo risultato dell'organizzazione e dell'istituzionalizzazione collettiva di terre e villaggi, in risposta ai contenziosi fiscali assunti nei confronti dei poteri urbani. A seguito del riconoscimento istituzionale, ai Contadi venne assegnata la quota di estimo complessiva spettante alle comunità componenti. Nella definizione della ripartizione fiscale, la massa d'estimo complessiva veniva pertanto divisa tra le città e i Contadi, che divenivano pertanto responsabili_ in solidum_ della riscossione dei carichi sulle singole comunità. Tra i diversi Contadi di area lombarda quello del Vigevanasco era il più piccolo. L'origine della sua configurazione territoriale risale all'erezione di Vigevano in città nel 1530, per volontà di Francesco II Sforza, che smembrò undici villaggi dal confinante territorio Novarese. Tre anni dopo il podestà cittadino fu nominato magistrato dei territori dipendenti. L’istituzione del Contado è però attribuibile agli ultimi anni del Cinquecento: la serie delle delibere delle congregazioni, conservate all’Archivio di Stato di Novara, risale al 1600. Era composto da undici comunità: Gambolò, Robbio, Palestro, Gravellona, Confienza, Vinzaglio, Cilavegna, Nicorvo, Villanova, Cassolvecchio, Cassolnovo. L'estimo del Contado di Vigevano fu soggetto alle difficoltà legate alla definizione della tassazione, in rapporto alle immunità e alla presenza di grandi proprietà nobiliari. Alla fine del Cinquecento la famiglia Barbavara, che possedeva gran parte delle terre a Gravellona Lomellina, si trovò in contrasto con la città di Vigevano per la definizione delle terre soggette all'estimo civile. I Barbavara erano altresì attivi nelle congregazioni generali del Contado, che difese nella causa gli interessi della famiglia. Ma i loro rapporti con l'organismo rurale assunsero in seguito posizioni differenziate, in ragione delle difficoltà sorte sull'esazione fiscale delle terre nobiliari. Essendo responsabile in solido, la mancata riscossione provocava al Contado notevoli danni economici. Questo tema si collega ad una delle più rilevanti contribuzioni militari del Seicento, l'egualanza. In origine la tassa era intesa come un sistema per eguagliare la contribuzione militare tra tutte le comunità rurali, così da evitare un sovraccarico su quelle che realmente ospitavano truppe ed eserciti. Negli anni trenta del Seicento la reale capacità di riscossione dell'egualanza portò alla divisione del Contado di Vigevano: le terre ad ovest dell'Agogna, Robbio, Palestro, Confienza e Vinzaglio si ritrovarono creditrici dell'organismo, entrando in contrasto con quelle ad est, contro le quali tentarono di affermarsi come corpo separato. Con il cambio di dominazione tra Stato di Milano e Regno di Sardegna, i cui confini si assestarono a metà Settecento lungo il corso del Ticino, il Vigevanasco, insieme al Novarese, restò soggetto al controllo fiscale e amministrativo dell'Intendenza sabauda. Nel 1775 i due Contadi di Novara e di Vigevano vennero soppressi.
  • Tipologia: preunitario
  • Redazione e revisione:
    De Franco Davide Bruno, 20/08/2021, Archivista di Stato, redazione