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Comunità di Collevecchio, Collevecchio (Rieti), 1582 - 1822

  • Ente
  • Estremi cronologici: 1582 - 1822
  • Intestazioni:
    Comunità di Collevecchio, Collevecchio (Rieti), 1582 - 1822
  • Altre denominazioni: Comunità di Collevecchio
  • Il nome deriva dal nome "Cola Vetus", che secondo la leggenda era un vecchio vissuto per più di 100 anni sulla collina dove in seguito venne edificato il paese. Nel territorio odierno del comune di Collevecchio erano presenti alcuni agglomerati urbani tra cui il Fundu Antiquus sembra comprendesse la zona Mozzano (loc Madonna del piano), con il casale de antiquo e la chiesa di San Valentino (ipotesi, presumono sia stata eretta da Galla tra 523 e il 535 nella zona detta massa cornicle Septiminiana e si suppone che fu cattedrale della diocesi sabina fino al 756 quando fu donata all' Abbazia di Farfa. Dopo la sottomissione ai longobardi, nel 570 venne aggregato al ducato di Spoleto. Si afferma il sistema sociale del feudalesimo. Papa Innocenzo IV con il breve 10 dicembre 1253 autorizza i Mozzanesi a trasferirsi a Castrum Vetulum, l'attuale centro storico di Collevecchio. Nel luglio 1283 fu occupato dal comune di Narni e nel giugno venne ratificato un accordo in cui l'amministrazione giuridica passava sotto il controllo dei narnesi i quali potevano costruire una rocca con palazzo e torre, oggi possiamo identificarla con il palazzo Cerbelli ed il complesso di strutture che costituiscono il rione Martavello. Collevecchio contava circa 700 abitanti e 126 focolari. Nella metà del 1300 Collevecchio ritorna nella sovranità della curia, In quel periodo il rettore risiedeva nella provincia del Patrimonio di San Pietro in Tuscia e Toscanella, il vice rettore risiedeva a Tarano. Nel 1368 fu infeudato dagli Orsini. Tra il 1605 - 1621 papa Paolo V lo scelse come sede del governatorato apostolico della provincia della Sabina con il tribunale le carceri e la cancelleria. Con la costituzione della provincia l'amministrazione civile e penale fu sottoposta al controllo delle istituzione della curia, nelle località baronali i feudatari potevano organizzare autonomamente l'amministrazione pur sempre con il diritto di controllo della Chiesa. Per i reati più gravi il governatore si limitava all'istruzione della causa che veniva decisa dal tribunale della Sacra Consulta di Roma, le condanne poi venivano eseguite attraverso gli uffici governatoriali. Una lapide in via Menichini ricorda l'esecuzione per omicidio e lesioni del balivo della terra (il bargello capo dei birri) datata 1753. Nell'ultimo periodo del governatorato, si ha la presenza del famoso boia romano Giambattista Bugatti detto Mastro Titta .
    Una leggenda narra che un detenuto nelle carceri di Collevecchio evase con dei ceppi legati ai piedi da catene, questi arrivò a Cottanello dove vicino al santuario di San Cataldo i ceppi miracolosamente si aprirono. Collevecchio risulta fosse retto da un consiglio di circa trenta membri, più il sindaco e due massari.
    Nel periodo post-Napoleone la restaurazione, 1816, Collevecchio, contava 475 abitanti fu incluso nel distretto di Poggio Mirteto dove venne trasferita la sede del governatorato apostolico.
    Nel novembre del 1817,il cardinale Ercole Consalvi fu incaricato di definire il nuovo assetto istituzionale dei territori dello stato pontificio, Collevecchio divenne appodiato di Montebuono, per tornare poi autonomo, con appodiati Cicignano, Poggio Sommavilla, S. Polo e Foglia, la sede del governatorato fu trasferita a Calvi dell'Umbria.
    Nel 1853 gli abitanti erano 919, dei quali 171 vivevano in campagna, le famiglie erano 191, 172 le case. Nel centro storico erano presenti un macello, due caffè, alcune osterie, una pizzicheria, una bottega di spiriti, una di cordaggi, altre due di ferri lavorati, una di merci diverse, due tinozzai, dei sarti, degli ebanisti, un muratore, un notaio, un medico, un chirurgo, la farmacia e la mola per il grano.
    Nel 1860 Collevecchio divenne parte del Regno d'Italia, nella regione Umbria provincia di Perugia, nel 1927 divenne parte della nuova provincia di Rieti.
  • Redazione e revisione:
    Gubbiotti Luana, 01/01/2003, ordinamento ed inventariazione / Cari Paola, 01/01/2003, ordinamento ed inventariazione