Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Umbria
Piazza Giordano Bruno, 10 06121 Perugia (PG)
Telefono:
075575961
Sito web:
www.archeopg.arti.beniculturali.it
Fax:
0755728200
E-mail:
sba-umb@beniculturali.it
Altre denominazioni:
Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Umbria
/ Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Umbria
/ Soprintendenza alle Antichità dell'Umbria
La Soprintendenza è un ufficio periferico dell'amministrazione statale che esercita funzioni di tutela, valorizzazione e promozione nei confronti del patrimonio archeologico del territorio regionale.
Prima della sua istituzione, avvenuta nel 1964, con la denominazione originaria di Soprintendenza alle Antichità dell'Umbria, il territorio regionale era smembrato tra le competenze di due distinti Uffici: il Museo Nazionale di Villa Giulia e la Soprintendenza degli Scavi e dei Musei archeologici dell'Etruria, rispettivamente per i territori posti alla sinistra e alla destra del Tevere. E' per questo che notevolissimi reperti rinvenuti in Umbria sono ancora oggi conservati nei musei laziali e toscani. Per quanto riguarda inoltre il territorio posto alla sinistra del Tevere, a partire dal 1939 alle competenze dell'istituto romano si sostituiscono quelle della Soprintendenza alle Antichità delle Marche ad Ancona, e - a distanza di soli dieci anni -, quelle dell'Ispettorato Archeologico per l'Umbria di Spoleto, attivo fino al 1964.
L'istituto svolge costante attività di tutela, anche preventiva, sul territorio regionale - spesso in collaborazione con le amministrazioni locali - e conduce scavi programmati nei principali siti archeologici della regione. La Soprintendenza coordina anche scavi in concessione da parte di Istituti Universitari e promuove restauri di materiale archeologico, agendo per lo più con il proprio laboratorio o affidando incarichi a terzi qualificati.
Più nello specificio, l'azione di tutela consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette ad individuare, tramite un costante monitoraggio, i beni archeologici esistenti sul territorio ed a garantirne la protezione e la conservazione per fini di pubblica utilità. La legge 1089 del 1939 ha regolato la materia della tutela fino alla recentissima emanazione del decreto legislativo n. 42, in vigore dal 1 maggio 2004, recante il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, integrato dai DD. Lgs. 156 e 157 del 2006, 62 e 63 del 2008. Sono connessi alle attività di tutela gli scavi archeologici programmati, le indagini archeologiche preventive a lavori pubblici e privati in aree vincolate o a rischio archeologico, il controllo degli scavi in concessione (cioè condotti da soggetti formalmente autorizzati dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali), il recupero del patrimonio archeologico venuto alla luce e la prescrizione delle misure per la sua salvaguardia, la proposta di provvedimenti per la protezione del patrimonio archeologico (dichiarazioni di interesse, vincoli), l'espressione del parere di competenza nelle procedure di verifica d'interesse culturale e sui progetti presentati nelle Conferenze di Servizi con potere di intervento sull’attività pianificatoria urbanistica (redazione di Piani regolatori, Piani paesistici etc.) degli enti locali a ciò preposti (Comuni, Province e Regione Umbria), nonché l’esame dei progetti preliminari di lavori pubblici per la verifica dell’impatto archeologico, ai sensi degli artt. 95 e 96 del D.Lgs 163 del 2006.
La conservazione è garantita da una costante, coerente, coordinata e programmata attività di studio, prevenzione, manutenzione e restauro. Rientrano nelle attività di conservazione la manutenzione ordinaria e straordinaria dei musei e delle aree archeologiche di proprietà statale, la promozione, il sostegno ed il controllo degli interventi di conservazione promossi da altri soggetti su beni di proprietà di Enti pubblici e di privati, la custodia e la cura dei reperti in depositi opportunamente attrezzati, il restauro di oggetti mobili, edifici, monumenti e strutture di interesse archeologico, la catalogazione e inventariazione dei beni archeologici e la documentazione e conservazione dei relativi elaborati in appositi archivi.
La valorizzazione si attua con con attività volte a promuovere e incrementare la conoscenza del patrimonio archeologico regionale e ad assicurarne le migliori condizioni di utilizzazione e godimento da parte del pubblico. Sono connesse alle attività di valorizzazione la gestione dei musei e delle aree archeologiche statali, l’attività didattica, lo sviluppo di analisi, studi e ricerche scientifiche e la diffusione dei relativi risultati, la realizzazione di pubblicazioni scientifiche e divulgative, la promozione e organizzazione di eventi culturali (mostre, convegni) e la collaborazione ad iniziative di altri soggetti. Strettamente connessa alla valorizzazione è l’attività di comunicazione che si esplica prevalentemente attraverso il sito web istituzionale e l’Ufficio Stampa.
Bibl.:
M. Saioni ( a cura di), "Custodire l'antichità: la Soprintendenza per i beni archeologici dell'Umbria 1964- 2004", Perugia 2004.
L'archivio storico è consultabile su richiesta, previo appuntamento telefonico.
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