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Gino Friedmann

  • Persona
  • Modena 1876-05-20 - Modena 1964-07-31
  • avvocato
  • Intestazioni:
    Gino Friedmann
  • Nato a Modena il 20 maggio 1976, figlio di Benedetta Sacerdoti, di antica famiglia modenese, si laurea in giurisprudenza e pratica l'attività forense per brevi periodi, preferendole la conduzione della vasta proprietà terriera ereditata dalla madre in Nonantola, dove applica soluzioni agronomiche ed imprenditoriali d'avanguardia. Nel 1913 è infatti tra i fondatori della Cantina Sociale di Nonantola, di cui diverrà presidente e di cui trasformerà in seguito la ragione sociale per inserire la lavorazione del pomodoro tra le attività aziendali.
    Assume vari incarichi, tra i quali quello di Commissario agricolo provinciale (1916-1919), di presidente della Federazione provinciale degli agricoltori, della quale è anche tra i promotori (1919-1921) e , dal 1922, di presidente della Federazione nazionale delle cantine sociali, che riunisce 80 delle 100 cantine sociali italiane e della cui costituzione è stato un fervente sostenitore.
    Dello stesso 1922 è la nomina a sindaco di Nonantola, comune nel quale era stato precedentemente consigliere, in una giunta di orientamento moderato che si dimette interamente nel 1926, in seguito ad un richiamo ufficiale da parte della Federazione provinciale fascista. Infatti, solo un componente della giunta risulta tesserato al partito, e gli altri, di fronte alla scelta fra l'adesione e le dimissioni, scelgono le seconde, seguendo in questo lo stesso F.
    Sempre nel 1926 è tra i fondatori della Società per la lavorazione delle vinacce di Modena.
    Dal 1938 all'8 settembre 1943, quando passa dapprima alla clandestinità e quindi al rifugio in Svizzera, è presidente della Comunità Ebraica modenese. In quello stesso periodo mette a disposizione la villa nonantolana dello zio Carlo Sacerdoti per il rifugio di giovani ebrei fuggiti dall'est europeo: si tratta di Villa Emma. F. partecipa all'iniziativa anche in quanto presidente della sezione locale della Delasem. In questo ruolo, e grazie alla sua formazione giuridica, si occupa degli ebrei costretti al domicilio coatto nella provincia modenese. Questa attività continuerà anche nel dopoguerra, quando seguirà il recupero di alcuni beni e le cause di affidamento di anziani e bambini rimasti senza famiglia.
    Alla liberazione riprende il suo incarico di presidente della Comunità ebraica modenese, della Cantina sociale di Nonantola, della Federazione nazionale delle cantine sociali.


    note:
    per le notizie utilizzate si ringrazia la sig.ra Luisa Modena
    Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani, voce curata da N. Saltini
  • Redazione e revisione:
    Torresan Sara, 01/10/2010, riordino ed inventariazione
  • Bibliografia:
    Picciotto Liliana, PICCIOTTO L., L'alba ci colse come un tradimento. Gli ebrei nel campo di Fossoli. 1943-1944, Mondadori, Milano, 2010
    Persecuzione deportazione solidarietà. La Comunità ebraica modenese nella seconda guerra mondiale, Edizioni Artestampa, Modena, 2009
    Pavan Ilaria, Schwarz Guri, PAVAN I.. SCHWARZ G. (a cura di), Gli ebrei in Italia tra persecuzione fascista e reintegrazione postbellica, Giuntina, Firenze, 2001