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Asilo Infantile Israelitico

  • Ente
  • Intestazioni:
    Asilo Infantile Israelitico
  • Nel 1845, allo scopo di "fornire alle famiglie israelitiche un asilo sicuro ai bambini di tenera eta' per avvezzarsi alla religione, alla morale, ai toni garbati e per imparare le prime nozioni di leggere, scrivere e conteggiare, nonchè le cognizioni più necessarie alla vita civile e religiosa", il Pio Istituto d'Istruzione della Università Israelitica di Modena apre una sezione di Asilo infantile (1). L'asilo sorge con il capitale del pio istituto e grazie a "lasciti, offerte e l'opera di benemeriti e Corpi morali" (2).
    Nel nuovo asilo viene adottato il "sistema Froebel", che congiunge il diletto all'utile (3).
    In seguito all'unità d'Italia le discipline insegnate nelle scuole pubbliche vengono estromesse dai programmi dell'istituto, ma l'asilo continua ad impartire i primi rudimenti di calcolo, scrittura e lettura della lingua ebraica, catechismo e rudimenti di storia sacra. Dal regolamento del 1881 (4) abbiamo ulteriori informazioni sull'organizzazione della scuola: l'asilo infantile, prima sezione dell'istituto d'istruzione e suddiviso a propria volta nelle sezioni "inferiore" e "superiore" (questa ulteriormente organizzata in "I e II periodo"), accoglieva maschi dai tre agli otto anni e femmine dai tre ai dieci anni. Insegnavano due maestre, gerarchicamente sottoposte l'una all'altra, ed entrambe sotto la sorveglianza delle "visitatrici" (5). I bambini erano sottoposti a regole di comportamento e decoro precise, che comprendevano la frequenza del taglio dei capelli, da effettuarsi ogni primo giorno del mese. Erano proibite le pene corporali, tra le quali si annoveravano "la privazione totale del cibo, la reclusione in luoghi bui e castighi dannosi per la salute" (4). Un'ora della giornata scolastica era destinata alla ginnastica, e per ogni ora di lezione erano prescritti 15/20 minuti di esercizi fisici, mai uguali, per "evitare l'automatismo". Per passare tra le sezioni si effettuavano esami, ed a fine anno si teneva un saggio pubblico, durante il quale si premiavano i più meritevoli. Le vacanze erano tra la metà di luglio e quella di agosto. Se per i maschi gli insegnamenti prevedevano nozioni di aritmetica e lettura fin dal corso inferiore, arrivando durante il corso superiore ad esercizi mnemonici, nomenclatura ed esercizi di calligrafia, per le femmine il programma era orientato soprattutto sulla piccola economia domestica.
    Nel 1890, quando le opere pie aventi carattere di istituzioni pubbliche di beneficenza vengono sottoposte a tutela e amministrate dall'Università Israelitica, l'Asilo Infantile risulta sussidiato da enti locali e dotato di un ingente capitale proprio (6).
    Nelo statuto del 1904 l'asilo indica come obiettivo primario della propria assistenza i "bambini poveri appartenenti a famiglie israelitiche nati e dimoranti a Modena dai 3 ai 6 anni", che accoglie e custodisce gratuitamente e per i quali provvede all'educazione fisica, morale, intellettuale e religiosa (2). I bimbi non poveri possono accedere pagando una retta. Indossano un'uniforme per evitare diversità di trattamento, devono essere vaccinati e sani e rimangono presso la scuola fino all'anno d'iscrizione obbligatoria alle elementari pubbliche, salvo impedimenti ad essa. A scuola ricevono il pane quotidiano.

    note:
    1) Nuovo regolamento del Pio Istituto d'Istruzione della Universita' Israelitica di Modena (1845)
    2) Statuto per l'Asilo Infantile Israelitico di Modena (1904)
    3) Oltre che nel regolamento del 1845, citato, l'adozione del metodo froebeliano viene ribadita nel regolamento del 1881
    4) Nuovo regolamento del Pio Istituto d'Istruzione (1881)
    5) Norme per le signore visitatrici del Pio Istituto (28 novembre 1870) (in a2.17)
    6) Cenni storico-amministrativi sulla Università Israelitica di Modena (1920 c.)
  • Redazione e revisione:
    Torresan Sara, 01/10/2010, riordino ed inventariazione
  • Bibliografia:
    Papouchado Fulvio Diego, PAPOUCHADO F. D., Viaggio in un ghetto emiliano, Edizioni Terra e Identità, Modena, 2007