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Comunità Ebraica di Modena

  • Collezione
  • Estremi cronologici: 1643-2000
  • Storia archivistica:
    L'archivio storico della Comunità Ebraica di Modena rappresenta un unicum nel panorama regionale. Si presenta infatti integro, non avendo apparentemente subito dispersioni o danni nel corso della sua storia, neppure durante gli eventi della seconda guerra mondiale, al termine della quale, infatti, "La Comunità riusciva a recuperare, senza alcuna perdita il suo archivio, la biblioteca, le bibbie e le argenterie che erano stati nascosti in parte presso istituti in parte presso famiglie private"(1). Proprio questa situazione ha fatto supporre che l'archivio sia stato conservato nella sede odierna, in alcuni armadi al secondo piano del tempio, sin dall'erezione di quest'ultimo, nel 1873. Studi pubblicati recentemente (2) sembrano smentire in parte questa ipotesi, ipotizzando che alcuni documenti, insieme ad oggetti di culto e valori appartenenti alla comunità dal 1943 al 1945, siano stati depositati nel solaio di Villa Conigliani, a Saliceta San Giuliano. Abbiamo notizia di alcune buste e registri requisiti dalla questura nel dicembre 1944 (3), ma non è stato possibile chiarire di quale documentazione si trattasse, non presentando l'archivio lacune evidenti per quanto riguarda il XX secolo; inoltre, riferendosi il verbale ai sigilli posti sulle porte del tempio, ed essendo noto che quei sigilli vennero apposti per evitare la perquisizione, andrebbe verificata la veridicità delle affermazioni contenute nella relazione stessa.
    Inoltre, nel corso del riordino, è stata ritrovata una relazione sullo stato della biblioteca e dell'archivio nel 1955 dove, in merito al grande disordine dei materiali, si indica come causa il fatto che "i libri e i documenti subirono durante la guerra in nostra assenza diversi spostamenti" (4). Nella stessa lettera si parla anche di un incarico per il riordino dato a Benvenuto Donati, che però muore prima di mettersi all'opera, e di un primo sommario intervento di suddivisione dei materiali già operato nel 1954. Questo potrebbe in parte spiegare lo stato di disordine in cui il materiale si trovava fino agli interventi archivistici degli anni '90 del secolo scorso. L'archivio ha infatti subito diversi interventi di riordino, il primo dei quali, un'inventariazione analitica della documentazione sciolta oggi riunita nella serie dei "recapiti", risale al 1795 (5). una relazione del 1956 descrive l'archivio come consistente in "copiosissimo materiale accatastato alla rinfusa in tre armadi, uno situato nella stanza di ingresso degli uffici e due nella stanza adibita ad archivio. Tali armadi sono pienissimi fino all'estrema possibilità. Una gran parte del materiale è raccolto in cartelle o filze. Esistono 4 grandi registri protocolli redatti alla fine del '700 [..] di quanto era stato raccolto in 74 filze: ma le filze esistenti nei tre armadi sono molto più numerose: alcune centinaia certo, nè è stato possibile accertarne il numero preciso, dato lo stato di accatastamento. Mancano diversi pezzi, di interesse storico e comunque pubblicistico, quelli rimasti sono per lo più di interesse privato. Dalla prima metà del 1600 ai tempi nostri, alcuni pezzi della fine del '500"(6). Nel 1958, si lamenta che "purtroppo l'archivio in altri tempi ?stato manomesso e come recentemente abbiamo potuto constatare sono scomparsi documenti importanti di carattere storico e in fatti la cartella del 1806 come pure quella del 1807 non contengono alcun documento relativo al Sinedrio di Parigi. L'archivio poi di Reggio Emilia credo sia finito insieme alla ricca biblioteca che possedeva quella comunità o al macero o come i Sepharim nelle mani di qualche antiquario" (7)
    La seconda metà del '900 vede cinque differenti interventi: da una lettera del 1966 sappiamo infatti che un intervento di riordino era in corso (8), abbiamo notizia di un tentativo parziale di riordino del carteggio da parte di Lazzaro Padoa e Alberta Levi Crema nel 1977, quindi, negli anni '90, gli interventi di Euride Fregni sulla serie dei recapiti, di Patrizia Busi sul nucleo più antico e su buona parte della documentazione ottocentesca (9), e quindi, nel 1999, il riordino sommario di Brunella Garavini, che coinvolge la maggior parte del materiale rimasto escluso dal riordino della dottoressa Busi. E' sulla traccia di questi ultimi tre riordini che si è basato l'ultimo intervento, appena concluso, che ha portato alla collocazione definitiva dei fondi nella nuova sede del "forno delle azzime", al pianoterra del tempio, e che ha coinvolto tutto il materiale archivistico conservato dalla comunità dalla nascita del ghetto, istituito da Francesco I d'Este nel 1643, all'inizio del XXI secolo.

    1) fasc. Friedmann Gino, lettera 21 marzo 1947 all'Unione (in 62.10, "Varie 1946-1947")
    2) F. D. Papouchado, Viaggio in un ghetto emiliano, Edizioni Terra e Identità, Modena, 2007, pp. 229-230
    3) verbale della questura (23 dicembre 1944)
    4) lettera 31 maggio 1955 di Gino Friedmann all'Unione: la relazione citata è firmata da Carpi
    5) E. Fregni, La Comunità ebraica di Modena nelle carte del suo archivio storico (secc. XVII-XVIII), in E. Fregni, M. Perani (a cura di), Vita e cultura ebraica nello Stato Estense, Comune di Nonantola, S. Giovanni in Persiceto, 1993, pp. 299-301
    6) Relazione sul sopralluogo compiuto all'archivio della comunità israelitica di Modena (10 maggio 1956) (in 62.12, "Varie 1956")
    7) lettera di Raffaele Lattes, del 10 giugno 1958 (in 62.13, "Varie 1958")
    8) lettera Bureau for Jewish Comunities and Organisation (in 62.18, "Varie 1966")
    9) E. Fregni, L'Archivio storico della Comunità Ebraica di Modena, in F. Bonilauri, V. Maugeri (a cura di), Le Comunità ebraiche a Modena e a Carpi, Giuntina, Firenze, 1999, pp. 103-120
  • Contenuto:
    Per la sezione antica poco e' il materiale presente, trovato molto disordinato, tranne le filze dei recapiti che costituiscono la parte piu' antica e importante di tutto l'archivio e che, in quanto comprendenti i documenti comprovanti diritti e privilegi della Comunita' ed essendo repertoriate, sono state conservate evidentemente con cura (4). Sono presenti solo quattro volumi di verbali, eterogenei tra loro e serie quali "Cause e Sentenze" costituite in sede di riordino.
    Per la sezione moderna la documentazione e' piu' cospicua, le serie sono articolate, traspare la struttura amministrativa ma soprattutto quella gestionale e contabile. Si tratta in gran parte di serie originali, con scarse lacune cronologiche. Un vuoto documentario si ha per gli anni 1797-1814: scarsa e' la documentazione relativa a questo periodo in cui la Comunita' aveva sulla carta riacquistato una sua liberta' e non doveva rapportarsi con l'amministrazione ducale.
    Per la sezione postunitaria, oltre ai verbali ed al carteggio, la parte piu' consistente e' costituita dalle serie dei registri contabili e degli allegati di contabilita' suddivise tra Opere Pie Religiose e Tempio. In questo periodo acquista particolare importanza il carteggio con altri enti, e sono presenti nuclei documentari particolari, quali i fascicoli degli assistiti dell'avvocato Friedmann e il carteggio contabile della Delasem.
    Per la sezione contemporanea il carteggio e' chiaramente organizzato fascicoli annuali per "titolo", con l'unica eccezione del titolo "Varie", sotto cui troviamo corrispondenza del rabbino, del presidente della comunita', carteggio relativo ad attivita' culturali ed al rapporto con altri enti ed organizzazioni locali. Anche in questo caso la documentazione contabile e' molto consistente.

    Segue il lavoro relativo alla Comunità di Modena l'inventario dell'archivio della Comunità ebraica di Carpi del quale, data la sua esiguità, non si è ritenuto opportuno farne uno specifico a parte ma che non si è ritenuto d'altronde di collocarlo tra gli aggregati in quanto ha una rilevanza storica e documentaria ben maggiore.
  • Criteri di ordinamento:
    Il riordino e l'inventariazione, frutto del quale e' il presente inventario, hanno preso in considerazione la documentazione fino al 2000 e gli archivi aggregati, che sono stati inventariati nella loro totalita' trattandosi di fondi chiusi, non suscettibili di ulteriori incrementi. Il lavoro e' partito dai precedenti interventi di Patrizia Busi del 1998 (inventariazione analitica di gran parte della documentazione sino al 1859) e di Brunella Garavini del 1999 (elenco di consistenza per gran parte della documentazione dal 1860 al 1943), e da un elenco topografico redatto nel 2007, comprendente la totalita' della documentazione.
    Si e' quindi mantenuta la suddivisione creata da Patrizia Busi sulla base degli studi di Euride Fregni: ad una "sezione antica", che copre sostanzialmente il periodo dall'istituzione del ghetto alla Restaurazione (sec. XVII-1814), fa seguito una "sezione moderna" (1809-1860). Quindi il periodo dell'assimilazione nello stato unitario fino alla chiusura del tempio durante la seconda guerra mondiale, dal 1861 al 1943 ("sezione postunitaria").
    Segue quindi, dopo la riapertura della sinagoga, la "sezione contemporanea", dal 1949 al 2000.

    Per quanto riguarda la descrizione della documentazione dell'archivio della Comunità Ebraica ogni serie è stata contrassegnata con un numero da 1 a 54 e per ogni serie ad ogni unità archivistica (busta, registro, mazzo, ecc.) è stato dato un numero di corda che riparte da 1 per ogni serie individuata; ogni pezzo pertanto è identificato dal numero della serie di appartenenza e da un numero progressivo interno alla serie stessa.
    Ogni archivio aggregato è stato a sua volta contrassegnato da un numero progressivo indicativo del fondo, preceduto dalla lettera A (C nel caso si tratti del fondo carpigiano). All'interno di ogni fondo ogni pezzo è stato contrassegnato da un numero progressivo.
    Pertanto ogni pezzo descritto nel presente inventario è identificato dal numero della serie (o del fondo) di appartenenza e da un numero progressivo interno alla serie (o al fondo): questa coppia di numeri forma il numero di corda identificativo di ciascuna unità archivistica, numero che appare in inventario e che è stato riportato anche sul pezzo stesso.
    L'intitolazione di ogni pezzo è stata riportata tra virgolette se desunta e trascritta dal pezzo medesimo; in assenza di una intitolazione originaria o comunque preesistente o non esaustiva ne è stata data una esprimente genericamente il contenuto, senza virgolette.
    Nel caso di buste e mazzi si è data la descrizione del contenuto (fascicoli, registri, carte, ecc..) e la consistenza; per i registri e i volumi si è provveduto alla cartulazione delle carte scritte.

    La datazione di ogni pezzo è stata espressa, se possibile e indicativa, con anno mese e giorno.
    Per le buste e i mazzi sono stati riportati gli estremi cronologici della documentazione in essi contenuta. Nel caso di datazioni non originali o supposte, queste sono state poste tra parentesi quadre.
    Le eventuali note sono state apposte a piè di pagina.
    Lo stato di conservazione di ogni pezzo è stato dato in nota nei casi in cui era necessario segnalarlo, in quanto l'archivio si trova generalmente in buone condizioni di conservazione.
  • Notizie di intervento: Le serie del presente inventario comprese nella Sezione Antica, nella Sezione Moderna e nella Sezione Ebraica, come l'Archivio Storico della Comunità Ebraica di Carpi, sono state redatte da Patrizia Busi, quando non altrimenti indicato. Fa eccezione la serie dei Recapiti (sec. XVII-1796), curata da Euride Fregni. Per quanto riguarda gli archivi aggregati, sono interamente curate da Patrizia Busi le descrizioni delle unità della Commissione di Coscrizione per gli Israeliti dello Stato Estense, la Compagnia della Scuola Spagnola, la Compagnia Asmored Aboker Veagnored, la Compagnia Cabelad Sabad, le Confraternite 1°,2°,3° Colonna, le Compagnie Misnajod e Mismered Akodes, la Compagnia Talmud Tora, la Compagnia Hassod Laila, la Compagnia [Covene Hittim], la Compagnia Malbisc Harumim e la Compagnia Perech Scirà, salvo le eccezioni indicate in nota. L'aggiornamento delle schede, la redazione delle schede introduttive ai fondi, alle serie ed ai soggetti produttori, e la redazione delle Sezioni Postunitaria e Contemporanea, nonché di tutte le altre serie ed aggregati sono a cura di Sara Torresan.
  • Redazione e revisione:
    Torresan Sara, 01/10/2010, riordino ed inventariazione
  • Bibliografia:
    Caniatti Giovanna, CANIATTI G. (a cura di), Genizot dell'Emilia Romagna. Gli archivi delle comunità ebraiche e il loro patrimonio di storie, Soprintendenza archivistica per l'Emilia Romagna, Bologna, 2010
    Papouchado Fulvio Diego, PAPOUCHADO F. D., Viaggio in un ghetto emiliano, Edizioni Terra e Identità, Modena, 2007
    Modena Luisa, MODENA L., Il ghetto e la sinagoga di Modena, Giuglia editore, Modena, 2007
    Itinerari ebraici nelle province di Modena e Reggio Emilia, Quid srl-Comunità Ebraica di Modena e Reggio Emilia, Modena, 2006
    Allegra L., ALLEGRA L., Identità in bilico. Il ghetto di Torino nel '700, Zamorani, Torino, 1996
    Badini Gino, BADINI G., Il carteggio ottocentesco dell'archivio dell'Università israelitica di Reggio Emilia, in Italia judaica, Ufficio Centrale per i Beni Archivistici, 1993
    Padoa Lazzaro, PADOA L., Le comunità ebraiche di Scandiano e Reggio Emilia, Giuntina, Firenze, 1993
    Padoa Lazzaro, PADOA L., La comunità ebraica di Reggio Emilia, Comune di Reggio Emilia, Reggio Emilia, 1986