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Archivio Editoriale Formiggini

  • Collezione
  • Estremi cronologici: 1901 gennaio 5-1945 novembre 1
  • Storia archivistica:
    "[...] la enorme corrispondenza, fatta quasi tutta di mio pugno, durante l'ormai lungo periodo della mia fatica, corrispondenza che conservo in un mobile speciale venuto dall'Indiana (Stati Uniti d'America) e che io chiamo <<il cervello meccanico>> (vedi ICS anno 1°, n.5, pag. 72). E' un mobile meraviglioso: è una serie, estensibile all'infinito, di cassetti lunghi e profondi che contengono materiale enorme disposto in tante cartelle verticali. I cassetti, pesantissimi, scorrendo su rotelline di legno duro, si maneggiano senza sforzo con un dito mignolo.
    Di questo mobile, o benigno lettore, dovrò ancora parlarti. Non te ne scordare. (Fatti subito un nodo nel fazzoletto)." (1)
    Il lettore della Ficozza, benché attento, non troverà più traccia del mobile americano che Formiggini cita quale contenitore dell'enorme mole di corrispondenza che compone il fondo editoriale.
    Il mobile venne presumibilmente acquistato dopo il trasferimento della casa editrice in Roma, dopo la guerra, poiché la corrispondenza fino alla metà degli anni Dieci è caratterizzata da una perforazione laterale che indica che questa era tenuta in raccoglitori. Dal 1916 in poi, invece, ogni mittente ebbe un'apposita cartellina di colore blu con l'intestazione scritta in bella grafia sul fianco posta all'interno dei cassetti del meraviglioso mobile americano.
    La morte di Formiggini, avvenuta proprio in Modena, fece sì che la vedova, ben conscia dell'importanza delle carte del marito, prendesse immediatamente contatto con Tomaso Gnoli, direttore della Biblioteca già il 30 novembre 1938, il giorno seguente il suicidio di Angelo Fortunato (2).
    A differenza dell'archivio famigliare, su cui era naturalmente posto il massimo riserbo a causa della sua natura ebraica (divenuta oltraggiosa da appena due mesi), l'archivio editoriale apparve subito appetibile , così come la ricca raccolta della 'Casa del Ridere', ma la visita di Gnoli a Roma per visionare il materiale avvenne solo nel febbraio del 1939.
    Nei lunghi mesi di trattativa tra Gnoli e la vedova Formiggini, questa attese ad un lungo e meticoloso lavoro di selezione dell'archivio: lacune sospette (corrispondenza quasi quotidiana per anni che si interrompe all'improvviso per riprendere poi con costanza a distanza di qualche anno), ed evidenti (Formiggini aveva l'abitudine di unire a lettere altra corrispondenza o recensioni od articoli di giornale mediante uno spillo che lascia due inequivocabili fori sulla corrispondenza), e la stessa dichiarazione della vedova di voler sottrarre all'archivio lettere 'antipatiche' con giudizi sgradevoli e ridurne la mole (3) sono tutti elementi che ci fanno comprendere che quello che noi abbiamo la possibilità di studiare è sì un archivio, ma non integro. Come spesso accade per gli archivi di persona (e quello della casa editrice Formiggini in parte lo è, basato per sua struttura sulla sola personalità del suo fondatore, che ne fu ideatore, conduttore ed animatore culturale), l'immagine che le carte ci lasciano non è quella reale, ma quella epurata dal suo stesso ordinatore, in questo caso da identificarsi con Emilia Santamaria Formiggini, che aveva giustificati rancori nei confronti del regime e di coloro che, in anni floridi, si erano dimostrati amici e che tali poi non si erano rivelati. Formiggini che emerge dunque da questo archivio è un editore la cui immagine è consolidata in chiave direi quasi agiografica dalla vedova, che trascorse i suoi anni seguenti nel mantenere vivo il ricordo del marito.
    Questo meccanismo, riscontrabile con frequenza molto alta negli archivi di persona, non altera però in profondità la testimonianza storica intrinseca nell'archivio editoriale Formiggini, che rimane straordinaria testimonianza dell'intreccio di rapporti intercorsa tra gli intellettuali italiani legati a Formiggini nel trentennio della sua attività.
    Il 28 aprile 1939 Emilia Santamaria affidò allo spedizioniere Borghi il materiale da inviare alla Biblioteca Estense e quindi scrisse al Direttore per indicare l'entità e la consistenza del materiale spedito (si noti che nell'elenco compare anche il mobile che Formiggini descrisse nella Ficozza):
    "1) Un grande armadio di vetro smerigliato;
    2) Lo scaffale, composto di quattro divisioni smontabili, e ciascuna con quattro cassetti;
    3) Dieci casse contenenti l'Archivio Editoriale; contrassegnate coi numeri da 1 a dieci; così chi le apre in ordine , trova tutta la corrispondenza in successione alfabetica. Una di queste casse (n° 1) comprende cartelle non personali, ma che riguardano l'attività editoriale per materia (es. Anonima, Idee, Italia che Scrive, Società filosofica, ecc.); un'altra (la decima), la carta per rilegare i classici del ridere. Tra i volumi aggiunti alle cartelle, c'è la copia litografata della Divina Farsa e una raccolta antologica di poesie modenesi (tra le quali alcune di mio marito): credo che i due volumi stiano bene nella Casa del ridere.
    4) Quattro casse contenenti l'Archivio Formiggini (riunito in 23 cassettini-libro) contraddistinte con le lettere A.B.C.D. Nella cassettina 23, che è nell'ultima cassa, troverà l'indice di tutti i documenti" (4).
    All'archivio editoriale non vennero posti limiti di consultabilità.
    Le pratiche per esaudire le ultime volontà di Angelo Fortunato Formiggini però non erano ancora terminate. Entrata finalmente in possesso dell'eredità del marito, dopo le dovute pratiche di successione, Emilia Santamaria scrisse nuovamente a Gnoli perché venisse realizzata la targa commemorativa del dono fatto alla Biblioteca Estense (5), comunicando quasi un mese dopo d'aver ritrovato il punzone del marito che poteva servire come modello per la decorazione della medesima (6).La realizzazione della targa fu a completo carico della vedova (7).
    Terminate quindi quelle formalità, la vedova Formiggini ritrovò altro materiale che desiderava fosse conservato in un istituto pubblico, rivolgendosi nuovamente a Tomaso Gnoli.
    E' il caso delle circa 240 fotografie della serie "Chi è?" (8) , che Emilia Santamaria avrebbe voluto unire agli archivi, ma che su consiglio dello stesso Gnoli vennero donate alla Braidense di Milano, dove il direttore dell'Estense aveva creato un gabinetto fotografico probabilmente ancora carente di materiale. Della donazione e delle sue modalità si occupò sempre Gnoli, scrivendo riservatamente al direttore della Braidense Paolo Nalli, suggerendo il massimo riserbo sulla donazione del materiale. L'11 novembre Nalli comunicò a Gnoli d'aver ricevuto i due pacchi di fotografie (9).
    In seguito, nel corso degli anni, Emilia Santamaria continuò a portare saltuariamente nuovo materiale da aggiungersi a quello già depositato, è il caso dell'opuscolo Cicero: de domo sua, estratto da <<L'Italia che Scrive>> del 1937 (10) che riporta un numero d'ingresso attribuito dalla Biblioteca Estense e la data del gennaio 1956.
    Al pari dell'Archivio famigliare, anche l'Archivio editoriale rimase per decenni nella Sala Donatori della Biblioteca Estense senza che nessuno studioso se ne potesse occupare fino al 1978, quando il quarantesimo anniversario della morte dell'editore modenese rinnovò l'interesse nei suoi confronti. In quell'occasione il direttore, Ernesto Milano, ed i suoi collaboratori, misero per la prima volta a disposizione degli studiosi l'ingente patrimonio documentario, dapprima con la mostra documentaria del 1980, affiancata dal convegno Angelo Fortunato Formiggini un editore del Novecento (febbraio 1980), i cui Atti uscirono l'anno successivo, ed infine con la libera consultazione del materiale presso la Biblioteca.


    NOTE:
    (1) A. F. Formiggini, La ficozza filosofica del fascismo e la marcia sulla Leonardo. Libro edificante e sollazzevole, Formiggini, Roma, 1923, pp. 28-29.
    (2) Archivio BEMo, Posizione III C Doni e scambi-Doni da privati, 1936-1940, fascicolo "Raccolta Formiggini (corrispondenza ufficiale). Esercizio 1938-1939", Minuta di lettera di Tomaso Gnoli a Edoardo Scardamaglia, direttore generale delle biblioteche in Roma, 1 dicembre 1938.
    (3) Archivio BEMo, Posizione III C Doni e scambi-Doni da privati, 1936-1940, fascicolo "Raccolta Formiggini (corrispondenza ufficiale). Esercizio 1938-1939". Lettera di Emilia Santamaria a Tomaso Gnoli, 5 aprile 1939.
    (4) Archivio BEMo, Posizione III C Doni e scambi-Doni da privati, 1936-1940, fascicolo "Raccolta Formiggini (corrispondenza ufficiale). Esercizio 1938-1939". Lettera di Emilia Santamaria a Tomaso Gnoli, 28 aprile 1939.
    (5) Archivio BEMo, Posizione III C Doni e scambi-Doni da privati, 1936-1940, fascicolo "Raccolta Formiggini (corrispondenza ufficiale). Esercizio 1938-1939". Lettera di Emilia Santamaria a Tomaso Gnoli, 19 ottobre 1939.
    (6) Archivio BEMo, Posizione III C Doni e scambi-Doni da privati, 1936-1940, fascicolo "Raccolta Formiggini (corrispondenza ufficiale). Esercizio 1938-1939". Lettera di Emilia Santamaria a Tomaso Gnoli, 5 novembre 1939.
    (7) Archivio BEMo, Posizione III C Doni e scambi-Doni da privati, 1936-1940, fascicolo "Raccolta Formiggini (corrispondenza ufficiale). Esercizio 1938-1939". Lettera di Emilia Santamaria a Tomaso Gnoli, 16 novembre 1939 con la quale invia l'assegno che dovrà coprire le spese di realizzazione.
    (8) Disegnare con la luce: i fondi fotografici delle biblioteche statali,a cura di ALBERTO MANODORI, Roma, Retablo, 2002, pag. 71.
    (9) Archivio BEMo, Posizione III C Doni e scambi-Doni da privati, 1936-1940, fascicolo "Raccolta Formiggini (corrispondenza ufficiale). Esercizio 1938-1939". Lettera di Paolo Nalli a Tomaso Gnoli, 11 novembre 1939.
    (10) Cfr. Archivio Editoriale Formiggini, Corrispondenza ordinata per materie, "Formiggini, Angelo Fortunato. Appunti e documenti vari", busta 42, fascicolo 6.
  • Contenuto:
    La mole davvero notevole di corrispondenza, ritagli di giornale, fotografie, disegni etc che compongono l'Archivio editoriale Formiggini lo rendono unico nel suo genere: non ci troviamo di fronte ad un vero archivio di una casa editrice, di cui ci manca tutta la contabilità e l'amministrazione, ma piuttosto alla corrispondenza intrattenuta nel corso dell'attività trentennale da Angelo Fortunato Formiggini, che non solo fu fondatore e proprietario della casa editrice, ma soprattutto l'animatore delle scelte editoriali e della politica culturale di una piccola impresa capace però di lasciare un segno significativo nella storia dell'editoria italiana.
    I rapporti intrattenuti da Formiggini con politici, autori, editori e personaggi della cultura in genere sono alla base non solo dei risultati editoriali ottenuti dalla casa editrice, ma anche l'idea che animò l'editore in veste di creatore ed ordinatore dell'archivio- che lo volle sin dal 1915 destinato ad essere conservato presso un'istituzione pubblica, non a caso indicata nella Biblioteca Estense, ente culturale per eccellenza nel panorama modenese, frequentata negli anni accademici come studente ed in seguito come intellettuale.
    L'Archivio editoriale Formiggini è composto dalla corrispondenza inviata a Formiggini da editori, autori, politici, Ministri, riviste, associazioni culturali e goliardiche nei trenta anni di attività (con alcune eccezioni che esulano dalla cronologia della casa editrice poichè inserite dalla vedova in epoche successive); minute di lettere di risposta, fotografie, disegni, contratti, articoli, articoli di giornale e recensioni.
    Completano l'archivio un album fotografico, la raccolta dei manoscritti della "Casa del Ridere" ed una collezione grafica.
  • Criteri di ordinamento:
    Il primo intervento di riordino risale alla fine degli anni Settanta quando, sotto la guida del direttore Ernesto Milano, vennero aperte le casse che contenevano gli archivi famigliare ed editoriale. In questa occasione si procedette ad un riordino alfabetico di tutti i fascicoli, unendo a quelli ordinati alfabeticamente per mittente anche quelli per materie, per agevolarne la consultazione. Vennero inoltre riordinati cronologicamente i documenti all'interno dei singoli fascicoli (inserendo -quando possibile, in base a riferimenti- anche le lettere prive di data e riportando tra parentesi le date dedotte dal timbro postale), ed in alcuni casi ne vennero creati ex novo con l'estrapolazione di nuclei di corrispondenza (per esempio se due fratelli, padre e figlia o parenti erano accomunati nello stesso fascicolo, questo è stato diviso in due diversi fascicoli nominali per facilitare gli studiosi).
    Correttamente non vennero estrapolate le lettere di altri mittenti che hanno un legame col contenuto del fascicolo: si trova spesso, infatti, tra le lettere di un mittente, la corrispondenza spedita da collaboratori stretti del Formiggini (Fernando Palazzi, Giulio Calabi delle Messaggerie, che si occupava di distribuzione, o di Corrado Pavolini, amico e consigliere di Formiggini); secondo lo stesso criterio non furono isolate le lettere indirizzate ad Emilia Santamaria, importante collaboratrice del marito, tanto da essere in grado di liquidare la casa editrice in soli due anni dalla morte di lui.
    Col presente intervento si è scelto per motivi di praticità di mantenere fisicamente l'ordinamento alfabetico generale ma di procedere ad una descrizione separata per serie dei fascicoli ordinati per mittente e per materie (i quali, in alcuni casi, comprendono anche fascicoli contenenti corrispondenza di associazioni ecc. che non figurano come veri e propri mittenti quanto piuttosto documenti che individuano nuclei di interesse o di attività collaterali rispetto all'editoria), in modo da restituire virtualmente l'aspetto originario dell'archivio. Quando è stato possibile individuare la provenienza della documentazione da un fascicolo diverso da quello in cui attualmente è conservata ne è stata data segnalazione. Si è rivisto inoltre il contenuto di ogni singolo fascicolo al fine di tracciare una distinzione tra gli allegati propriamente detti (materiali diversi come fotografie, articoli o altro) inviati dal mittente e tutti i materiali che Formiggini ha deciso di aggregare (di solito unendoli con uno spillo od una graffetta, che hanno lasciato segni ancora ben visibili sulla documentazione) secondo una logica personale e legata alle esigenze del lavoro editoriale, in parte perdute nella precedente descrizione (si tratta di minute, altre lettere, articoli di giornale, recensioni, appunti), al fine di restituire, per quanto possibile, l'aspetto originario che doveva avere l'archivio.
    Si è segnalata la presenza di disegni, incisioni e fotografie quando presenti (in particolare le fotografie sono conservate all'interno del fascicolo con una cartellina di colore giallo che riporta una descrizione fatta dalla bibliotecaria Maria Cristina Vecchi seguendo i criteri elaborati dall'Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia Romagna, per il quale si rimanda al manuale di GIUSEPPINA BENASSATI, La fotografia. Manuale di catalogazione, Casalecchio di Reno, Grafis, 1990). Si è altresì segnalata la presenza di articoli, contratti, ricevute, oltre alle "Confidenze" (in alcuni casi chiamate "Confessioni"), brevi articoli autobiografici degli autori pubblicati su <<L'Italia che Scrive>>.
    E' stata aggiunta alle descrizioni dei fascicoli anche quella dei volumi delle "Circolari", annunci pubblicitari delle opere pubblicate da Formiggini, dell'album delle fotografie editoriali, le due collezioni di materiale grafico e di manoscritti (ma non solo), questi ultimi provenienti dalla Casa del Ridere, che per la loro particolarità e per motivi di conservazione sono stati posti in buste in coda all'Archivio editoriale.
  • Note:
    BIBLIOGRAFIA:

    Angelo Fortunato Formiggini editore (1878-1938). Mostra documentaria, catalogo della mostra tenutasi alla Biblioteca Estense di Modena, 7 febbraio-31 marzo 1981, a cura di LUIGI AMORTH et al., Modena, Mucchi, 1981

    Angelo Fortunato Formiggini. Un editore del Novecento, a cura di LUIGI BALSAMO e RENZO CREMANTE, Bologna, società editrice Il Mulino, 1981;

    COMUNE DI MODENA, BIBLIOTECA ESTENSE UNIVERSITARIA, Catalogo provvisorio delle edizioni 'Formiggini', a cura di EMILIO MATTIOLI e ALESSANDRO SERRA, Modena, 1978;

    ANGELO FORTUNATO FORMIGGINI, Venticinque anni dopo, Roma, Formiggini, 1933;
    ANGELO FORTUNATO FORMIGGINI, Parole in libertà, Roma, 1945;
    ANGELO FORTUNATO FORMIGGINI, Trent'anni dopo, Roma, Edizioni Formiggini, 1951;

    EUGENIO GARIN, Editori italiani tra Ottocento e Novecento, Laterza, Roma-Bari, 1991;

    EMILIO MATTIOLI, ALESSANDRO SERRA, Annali delle edizioni Formiggini (1908-1938), Modena, S.T.E.M.- Mucchi, 1980;

    GIANFRANCO TORTORELLI, <<L'Italia che Scrive>> 1918-1938. L'editoria nell'esperienza di A.F.Formiggini, Milano, Franco Angeli, 1996.