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Partito comunista italiano - PCI. Comitato comprensoriale Valle Umbra Sud e Unione comunale di Foligno

  • Fondo
  • Estremi cronologici: 1948 - 1991
  • Consistenza: 92
  • Storia archivistica:
    1. Il censimento degli archivi dei partiti e delle associazioni politiche in Umbria
    Nella prima parte del Codice dei beni culturali e del paesaggio, entrato in vigore nel maggio del 2004, nell'enunciare le disposizioni generali l'articolo 3 definisce il concetto di tutela, stabilendo che essa consiste "nell'esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette, sulla base di un'adeguata attività conoscitiva, ad individuare i beni costituenti il patrimonio culturale ed a garantirne la protezione e la conservazione per fini di pubblica fruizione" (1).
    L'individuazione dei beni costituisce, pertanto, la prima azione che le Soprintendenze archivistiche, delegate a svolgere tali attività a livello territoriale nel campo degli archivi, devono intraprendere attraverso i censimenti di specifiche tipologie documentarie. Gli interventi di ordinamento ed inventariazione e il controllo delle sedi, spesso intrapresi in collaborazione con i soggetti che detengono la documentazione, servono, poi, ad assicurare al bene archivistico le condizioni di conservazione necessarie per permettere, infine, che esso sia reso disponibile alla consultazione e alla fruibilità da parte di quanti ne hanno interesse, soprattutto per motivi di studio (2).
    La Soprintendenza archivistica per l'Umbria ha avviato il censimento degli archivi di partiti, movimenti, associazioni e personalità politiche all'inizio degli anni Novanta quando, anche a livello nazionale, in risposta al fenomeno di trasformazione radicale delle forme di aggregazione politica tradizionale, emerse il bisogno e si avvertì la necessità di intervenire su un patrimonio documentario ad altissimo rischio di dispersione per la disintegrazione e il mutamento dei soggetti produttori di documentazione che erano stati attivi fino a quegli anni (3). Rientrando, infatti, nella tipologia degli archivi di natura privata, tali fondi sono sottoposti alla tutela del Ministero per i beni e le attività culturali e alle norme della legislazione archivistica soltanto se dichiarati di interesse storico particolarmente importante, dichiarazione che viene emessa dal Soprintendente archivistico competente territorialmente dopo l'individuazione della documentazione, la conoscenza delle sue caratteristiche generali e la valutazione del reale interesse a fini di studio (4). Nel corso degli anni i fondi accertati, le notifiche emesse, gli interventi di ordinamento effettuati, gli inventari pubblicati sono stati numerosi; tutto ciò è avvenuto grazie all'utilizzo di risorse finanziarie ed umane messe a disposizione dal Ministero per i beni e le attività culturali ed alla collaborazione di altri soggetti, pubblici e privati, che hanno concorso così alla valorizzazione degli archivi politici tutelati (5).
    L'ultimo intervento in ordine temporale della Soprintendenza archivistica per l'Umbria è quello effettuato sui fondi di natura politica conservati dai Democratici di sinistra di Foligno di cui, in questo volume, si presentano gli inventari.
    La prima visita agli archivi del Pci di Foligno fu fatta da Rossella Santolamazza e da Giovanna Giubbini il 3 marzo 1997, proprio nell'ambito del censimento sopra citato. La documentazione si trovava, allora, in via Mazzini, nella sede dell'Unione comunale del Pds, già sede storica del Pci. Le carte erano in disordine, accatastate in diverse stanze all'interno di questo ampio appartamento, molto impolverate a causa di lavori in corso in parte dell'immobile e non tutte accessibili. Fu possibile, in quella occasione, stilare soltanto un primo elenco sommario della documentazione dal quale risultarono censiti circa un centinaio di pezzi tra registri, fascicoli, buste, quaderni e pacchi. Si trattava, comunque, della porzione più antica del complesso documentario, attestata dalla rilevante presenza di documenti dal dopoguerra agli anni Settanta. Le carte coprivano l'intero arco di attività del partito, dalla ricostituzione nel 1944, dopo il fascismo e la guerra, fino allo scioglimento del Pci nel 1991, con la conseguente formazione del Pds, poi trasformatosi nei Ds, e del Movimento della rifondazione comunista, poi Partito della rifondazione comunista. Già allora furono rinvenuti due registri ed un fascicolo di documenti dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia. Qualche mese più tardi la signora Roberta Franceschini, che lavorava presso la sede del partito, integrò la relazione della Soprintendenza con un elenco dei manifesti locali e nazionali presenti nell'archivio. Dopo questa prima visita le funzionarie si accordarono con i responsabili per un successivo sopralluogo, da effettuare nel momento in cui fosse stato possibile visionare tutta la documentazione.
    Nel frattempo l'Umbria, ed in particolare la zona di Foligno, furono scosse dal terremoto che ebbe inizio nel settembre del 1997 e si protrasse per oltre sei mesi. La sede del Pds, palazzo storico nel centro cittadino, fu seriamente danneggiata dall'evento sismico, tanto da essere dichiarata inagibile. Gli uffici del partito furono trasferiti in altri locali mentre l'archivio fu lasciato all'interno dello stabile, in attesa di una migliore sistemazione.
    La Soprintendenza, intervenuta d'urgenza in numerose altre situazioni nelle quali i danni provocati dal terremoto erano stati ingenti, trovò il modo soltanto qualche anno più tardi, nel febbraio 2002, di effettuare la messa in sicurezza di questo insieme di fondi privati, non ancora dichiarato di interesse culturale, ma già individuato come fonte documentaria importante per la storia politica e sociale locale. Fu infatti avanzata una richiesta di finanziamento all'Ufficio del Vice Commissario per l'Umbria delegato per i beni culturali danneggiati dalla crisi sismica iniziata il 26 settembre 1997 per un progetto di riordinamento ed inventariazione degli archivi del Pci di Foligno, che fu approvato ed inserito nel terzo programma di lavori di pronto intervento.
    La documentazione fu così recuperata e trasferita nella sede messa a disposizione dai Ds in via Orfini, dove furono create le condizioni logistiche per poter procedere alla realizzazione del progetto (6). Intanto l'incarico per i lavori era stato affidato dalla Soprintendenza alla cooperativa CO.N.SER. di Perugia e, nello specifico, all'archivista Andrea Senigaglia.
    Prima di dare inizio all'ordinamento della documentazione le carte furono anche depolverizzate e ripulite dagli escrementi dei piccioni, grazie ancora all'intervento finanziario dell'Ufficio del Vice Commissario, su richiesta della Soprintendenza (7).
    A gennaio 2003 il progetto fu avviato, prevedendo la sistemazione di circa 250 pezzi. La documentazione, infatti, era stata integrata; al nucleo iniziale proveniente da via Mazzini, dove avevano avuto sede sia la "Sezione Francesco Innamorati" che le strutture di coordinamento zonale e cittadino del partito, si erano aggiunte le carte prodotte dalla "Sezione Giuseppe Di Vittorio di Belfiore" e quelle della "Sezione Antonio Gramsci".
    Il 30 ottobre 2003, completato l'intervento, il complesso archivistico fu dichiarato di interesse culturale. Dopo qualche mese, però, nella sede di via Mazzini, durante i lavori di ristrutturazione dell'immobile, in un locale in precedenza inaccessibile, si rinvennero alcuni scatoloni contenenti altra documentazione. Grazie a risorse finanziarie residue ancora a disposizione si provvide immediatamente all'assegnazione di un nuovo incarico per 25 pezzi, a completamento del lavoro.
    In tal modo il numero complessivo dei pezzi ordinati e inventariati, comprensivo delle numerose opere a stampa schedate nel relativo catalogo, è risultato superiore a quello indicato nel provvedimento di notifica e, pertanto, in data 6 giugno 2005, è stata emessa una nuova dichiarazione di interesse storico particolarmente importante ad integrazione della precedente.

    1. Cfr. Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137 pubblicato sul Supplemento ordinario alla "Gazzetta ufficiale" n. 45 del 24 febbraio 2004 - Serie generale, p. 12. Un primo commento alla nuova normativa applicata agli archivi si trova nel numero speciale de "Il mondo degli archivi", realizzato in occasione del XV Congresso del Consiglio internazionale degli archivi tenutosi a Vienna nel 2004. Si tratta del contributo di M. G. PASTURA, Tra codice dei beni culturali e codice della privacy: cosa cambia nella disciplina di tutela, conservazione e valorizzazione degli archivi e nel diritto di consultazione e di accesso, in "Il mondo degli archivi" XII (2004), nuova serie, nn. 1-2, pp. 5-13.
    2. Le norme sulla consultabilità degli archivi e la tutela della riservatezza si trovano oltre che negli articoli 122-127 del decreto legislativo 42/ 2004 anche nel decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 96 recante il Codice in materia di protezione dei dati personali, integrato dal Codice di deontologia e di buona condotta per i trattamenti dei dati personali per scopi storici, provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali del 14 marzo 2001.
    3. A tal proposito si veda quanto è già stato scritto in G. GIUBBINI, Archivi dei partiti e movimenti politici, in ANAI-SEZIONE REGIONALE EMILIA ROMAGNA, ISTITUTO GRAMSCI EMILIA ROMAGNA, Gli archivi dei partiti e dei movimenti politici. Considerazioni archivistiche e storiografiche, a cura di S. SUPRANI, San Miniato (Pi), Archilab, 2001 (Saggistica. Strumenti, 2), pp. 29-48. Nel volume in questione si trovano anche informazioni bibliografiche su quanto è stato pubblicato, negli ultimi anni, sugli archivi dei partiti politici, oltre a riflessioni sugli interventi in questo settore effettuati dall'amministrazione archivistica italiana e da fondazioni ed istituti culturali. Nel numero de "Il mondo degli archivi", già citato nella nota 1, ci sono, invece, alle pagine 251-257, indirizzi ed informazioni dei siti internet italiani relativi agli archivi politici sindacali e di istituti culturali. Sempre sulla stessa rivista, alle pagine 193-196, è da segnalare l'articolo Gli archivi di personalità e partiti politici di Maurizio Gentilizi dell'Istituto Luigi Sturzo di Roma il quale, oltre a fornire ulteriori informazioni bibliografiche, offre un succinto ma esaustivo panorama degli istituti di conservazione impegnati in questo settore e delle principali iniziative intraprese nel campo degli archivi politici negli ultimi anni.
    4. Tale provvedimento è emesso in base agli articoli 13-14 del già citato decreto legislativo 42/2004.
    5. Sono stati dichiarati di particolare importanza storica gli archivi dell'estrema sinistra perugina, quelli del Comitato regionale e della Federazione provinciale di Perugia del Pci, quelli del Comitato regionale umbro e del Comitato provinciale di Perugia della Dc, l'archivio della Federazione provinciale del Pci e quello del Comitato provinciale della Dc di Terni, della Dc, del Pci e del Psi di Città di Castello e del Movimento cattolico folignate contemporaneo. I primi quattro sono stati ordinati ed inventariati da funzionari della Soprintendenza, hanno inventari pubblicati nella presente collana e sono oggi depositati presso l'Archivio di Stato di Perugia. Anche l'archivio del Pci di Terni e quello del Comitato comunale della Dc di Città di Castello sono stati ordinati ed inventariati, mentre è in corso l'intervento sull'archivio della Dc di Terni, depositato anch'esso presso la Sezione di Archivio di Stato di Orvieto. Dei fondi prodotti dalla Democrazia cristiana è divenuto proprietario, a seguito di atti di donazione, l'Istituto Luigi Sturzo di Roma. Questo Istituto sta provvedendo al riordinamento di gran parte degli archivi acquisiti ed alla inventariazione degli stessi con un software specifico, Gea della Datamat, già utilizzato per l'esperienza "Archivi del Novecento. La memoria in rete" promosso dal Consorzio BAICR Sistema Cultura di Roma. Cfr. S. VITALI, Verso un Sistema Archivistico nazionale? Un'introduzione in "Archivi e computer. Automazione e beni culturali". Rivista quadrimestrale, XIV (2004), n. 2, p. 13, nota 6. Gli archivi di Città di Castello sono invece conservati presso l'Istituto di storia politico-sociale Venanzio Gabriotti. A tal proposito si veda G. GIUBBINI, Guida agli archivi dell'Istituto di storia politico-sociale Venanzio Gabriotti, in Fonti documentarie per l'Alta Valle del Tevere . Scritti di e in ricordo di Olita Franceschini, a cura di F. CIACCI, Perugia, 2005 (Segni di civiltà. Quaderni della Soprintendenza archivistica per l'Umbria, 20), pp. 242-251.
    6. Il partito mise a disposizione dell'archivista incaricato un computer, il materiale di condizionamento della documentazione (buste e cartelle per i fascicoli), una stufa per il riscaldamento del locale, oltre ad armadi metallici per il ricovero dei faldoni.
    7. Il relativo progetto fu redatto da Rosella Martinelli, della Soprintendenza archivistica per l'Umbria e l'intervento fu realizzato l'8 gennaio 2003 dalla ditta Roma Technical Services.

  • Contenuto:
    Il fondo è costituito da 92 pezzi, 85 buste e 7 registri, con estremi cronologici dal 1948 al 1991. La numerazione è progressiva da 1 a 92.
  • Criteri di ordinamento:
    La documentazione si articola in undici serie: 1. Statuti (1951 - 1986); 2. Congressi e conferenze (1948 - 1991); 3. Organismi dirigenti (1951 - 1990); 4. Organizzazione (1956 - 1991); 5. Corrispondenza (1953 - 1990); 6. Elezioni e referendum (1952 - 1990); 7. Attività del partito (1951 - 1991); 8. Manifesti e volantini (1953 - 1990); 9. Amministrazione e contabilità (1961 - 1990); 10. Rassegna stampa (1988 - 1990); 11. Fotografie (s.d.).
    Si rammenta che, per quanto riguarda la sistemazione della documentazione della serie Attività del partito, è stato utilizzato il "titolario" rinvenuto nel fondo. In esso sono presenti anche due categorie denominate "Elezioni" e "Congressi e organizzazione", recanti il numero di classificazione 12 e 13. Le carte relative a questi titoli sono state, però, ordinate in serie separate e poste in inventario nella collocazione ritenuta opportuna per le loro caratteristiche tipologiche. Si tratta infatti di documenti che si riferiscono ad istanze costitutive e decisionali del partito e, pertanto, hanno un ordine primario nella gerarchia delle serie.
    Infine, nella serie Corrispondenza è presente un fascicolo contenente documentazione riservata degli anni 1966 - 1979 esclusa, pertanto, dalla consultazione.
  • Redazione e revisione:
    Senigaglia Andrea, 10/03/2004, riordinamento ed inventariazione / Santolamazza Rossella, 10/03/2004, riordinamento ed inventariazione